Il ripescaggio rallenta i tempi di inserimento nel
cuore della stagione. E il Martina, burocraticamente ammesso alla terza serie
nazionale, si costruisce e si completa in netto ritardo. Slitta la
preparazione, si concentra il lavoro quotidiano: e qualcosa va tralasciato,
inevitabilmente. Eppure, l’esordio di Coppa non è male, complessivamente: la
presenza di alcune pause e l’assenza di certi movimenti non impediscono alla
formazione allestita da Palomba e Ciullo di resistere degnamente al più rodato
Matera, che comunque avanza verso il secondo turno della competizione. Il
campionato, una settimana dopo, conferma determinati segnali che offrono il
coraggio necessario per affrontare l’avventura, ma il risultato è amaro. Il tre
a due di Foggia, peraltro, aiuta ad avvicinarsi psicologicamente alla realtà di
un girone, quello meridionale, mediamente competitivo e più che discretamente
assortito: che il Martina approccia con difficoltà, ritrovandosi sotto di due
gol dopo soli venticinque minuti di gioco. Anche per questo, il peso specifico
del gol di Pellecchia (uno che verrà utile nel 4-2-4 che il tecnico sta
cercando di organizzare e plasmare) è alto: perché il match si riapre
immediatamente. La formazione di Brescia, però, è atleticamente più tonica e
qualche distonia in fase di presidio non le preclude la strada. La terza
marcatura dauna arriva agli albori della seconda frazione di gara, finendo
forse per appagare prima del tempo i languori di Agnelli e soci: di questo, del
resto, si lamenterà a cose fatte Totò Ciullo, pronto a sottolineare
l’incapacità della sua squadra di approfittare del calo di tensione avversario.
Arcidiacono, tra i pochi sopravvissuti dello scorso campionato, lavora tanto e
bene. Poi, un penalty trasformato da Montalto a metà ripresa sembra
riavvicinare il Martina alla mèta del pari: l’onda d’urto, tuttavia, è debole.
E, in più, il Foggia mantiene la lucidità che serve per scollinare verso il
successo, rischiando poco. E sforzandosi, anche nei momenti meno brillanti del
match, di mantenere un atteggiamento
propositivo. Che, probabilmente, finisce per solleticare Iemmello, artigliere
arrivato di recente e sul quale il tecnico intende puntare apertamente. Non solo
per le qualità realizzative (suo il sigillo che sblocca lo score, al minuto quindici, e sua la conclusione che destabilizza la difesa ospite in occasione del tre a uno firmato da Cavallaro), ma anche per quella propensione a
gestire il pallone e a far salire il collettivo. Un collettivo obbligato, però,
a lavorare ancora molto: anche sull’intensità.