La Coppa Italia,
come tradizione, distribuisce i primi indizi. E le impressioni ricavate
spingono ad approvare l’approccio alla stagione del Monopoli. Al di là del
risultato (tre a uno sul San Severo e passaggio automatico al secondo turno
della competizione, dove adesso dovrebbe incrociare il Francavilla), la
formazione curata da Passiatore si sforza – riuscendoci – di perseguire una
manovra fitta, dove la palla resta a terra, il più possibile ordinata. Malgrado
l’impatto con la gara risulti un po’ pesante, lento. Anzi, da sùbito, sembra
più pronto l’avversario: il 4-1-4-1 pensato dal tecnico dauno De Felice si
modifica solo ed esclusivamente quando si punta la porta avversaria e i due
laterali in mediana (l’interessante Mastrangelo, un ’95, e Ferrante) salgono.
Il giovane San Severo (c’è anche un ’97, dietro: si tratta di Galullo,
tecnicamente un po’ acerbo, ma fisicamente dotato e in possesso di buona personalità)
ci mette spensieratezza e coraggio. L’idea tattica si sviluppa principalmente
attorno alle verticalizzazioni che cercano il maturo Carminati, nutrendosi
della quantità di Dell’Aquila e della vivacità di un altro under interessante, il laterale basso Cicerelli. Quanto basta per
preoccupare l’esperienza del pacchetto arretrato del Monopoli: a cui, peraltro,
il giovane portiere Pino non riesce a garantire totale tranquillità. La
formazione di casa (si fa per dire: il neutro
è quello di Fasano: il Veneziani è
ancora sottoposto a lavori di maquillage)
s’industria per architettare un calcio più cerebrale: ma El Kamch si accosta
alla gara con un po’ di ritardo e Gori deve ancora sbocciare (lo farà alla
mezz’ora). Il vantaggio ospite, dopo diciotto minuti, ha il sapore dello
schiaffo morale e, allora, il Monopoli (4-2-4 in fase di possesso) si
sveglia. Murano, uno che possiede lo spunto, il fisico, la progressione,
discreti mezzi tecnici e che, soprattutto, sa interagire con la squadra,
rimedia immediatamente. Assieme a lui, lievita anche il compagno di reparto
Manzo, che si lascia apprezzare più in fase di ultimo passaggio, piuttosto che
nel ruolo di finalizzatore (e, comunque, il terzo sigillo del match porterà in
calce la sua firma). Come detto, con il passare dei minuti, Gori si impossessa
delle chiavi della mediana e, nel frattempo, la terza linea si assesta. Ma,
soprattutto, piace la catena di destra: Russo (‘96) scende con autorità e,
nonostante si perda in un paio di occasioni, garantisce sostegno continuo e verve; il più avanzato Difino (’95), corre,
suggerisce e, appena può, conclude. Il Monopoli, trovate le coordinate giuste e
i colpi dei singoli, raddoppia prima dell’intervallo e triplica in apertura di
ripresa, chiudendo virtualmente il match con anticipo largo. Rischiando,
peraltro, di dilagare appena il San Severo si affloscia atleticamente. De
Felice, oltre tutto, a metà gara ringiovanisce ulteriormente la base difensiva
con Pepe (tre under su quattro, orchestrati
dal navigato Campanella): alla distanza, cioè, la differenza di mestiere e di
caratura globale si sente tutta. La gente di Passiatore, così, si guadagna un
po’ di consensi che garantiscono morale, alimentando l’entusiasmo della piazza.
Logico, però, che la prestazione positiva debba finire per essere inquadrata nel
contesto: giusto per non accarezzare illusioni che potrebbero rivelarsi
ingannevoli. E che le possibilità del Monopoli debbano quanto prima essere
verificate di fronte ad una squadra più esperta e più longeva. Due
caratteristiche che la volontà del San Severo non è riuscita a consegnare a se
stesso e al campionato che sta per partire.