Problemi anche per Castellucci. Il Brindisi non si accosta al successo
neppure dopo il cambio di panca: pari al Fanuzzi
prima, contro il Taranto, e sconfitta poi, a Potenza. E sì che la squadra,
adesso, appare più ordinata o, semplicemente, più operaia in mezzo al campo.
Comunque, più equilibrata. In Lucania, peraltro, le circostanze si accaniscono:
fallire un penalty al novantacinquesimo è frustrante. Anche se il provvedimento
arbitrale appare estremamente generoso. Il percorso che separa, cioè, la certezza
dall’incertezza è ancora tortuoso: e qualcuno, sull’Adriatico, comincia
compiutamente a pensare che neppure questo sia l’anno giusto per riappropriarsi
del professionismo. E che, in fondo, il collettivo costruito senza parsimonia
in estate non è poi così affidabile come in tanti (troppi, quasi tutti) avevano
pronosticato. La classifica, brutalmente, consegna una prospettiva grigia: il
Brindisi è appena un passo oltre le quart’ultime, già sufficientemente lontano
dal leader Gallipoli che perde a San
Severo, ma che recupererà quei tre punti a tavolino, molto presto. E se, poi,
si allenta la verve di gente come
Molinari (cinque centri nella prima parte del torneo) o Croce, a cui sono
legate gran parte delle speranze popolari, gli umori s’imbruniscono ancora. E
ancora: patron Flora è inciampato in un problema di salute personale. E con la
salute non si scherza. Se ne parlava da un po’, in città: e, in queste ore, è
arrivata la conferma ufficiale. Il presidente deve farsi da parte: la
comunicazione al sindaco Consales è da considerarsi un atto dovuto, di prassi.
Ci sarebbe, però, una cordata pronta a rilevare le quote e, si dice, a
rispettare il progetto di partenza. E si conosce persino il nome di quello che
potrebbe diventare il nuovo numero uno del sodalizio di via Brin: Mino
Distante, già principale finanziatore del Francavilla, fino a poche stagioni
addietro. Di sicuro, intanto, l’avventura di Flora si conclude molto prima del
previsto. O forse no, come puntualizzano i più maligni. Molto prima del
responso finale, molto prima anche di dicembre, che è quel mese in cui si
rischia qualche conto e si analizzano un po’ di cose, in cui si investono
risorse nuove oppure si depotenzia la programmazione, liberando qualche big. Il passaggio di consegne
societario, magari, sarà indolore: ed è l’augurio migliore per la città che
tifa. Escamotage o no, il pallone
brindisino sarebbe mentalmente preparato al concetto di ripartenza, come se
nulla fosse accaduto. Con la consapevolezza di essersi fatto trovare pronto, al
momento giusto. Non accadeva da anni: e ne prendiamo felicemente atto.