venerdì 17 ottobre 2014

Brindisi, svolta rapida

Problemi anche per Castellucci. Il Brindisi non si accosta al successo neppure dopo il cambio di panca: pari al Fanuzzi prima, contro il Taranto, e sconfitta poi, a Potenza. E sì che la squadra, adesso, appare più ordinata o, semplicemente, più operaia in mezzo al campo. Comunque, più equilibrata. In Lucania, peraltro, le circostanze si accaniscono: fallire un penalty al novantacinquesimo è frustrante. Anche se il provvedimento arbitrale appare estremamente generoso. Il percorso che separa, cioè, la certezza dall’incertezza è ancora tortuoso: e qualcuno, sull’Adriatico, comincia compiutamente a pensare che neppure questo sia l’anno giusto per riappropriarsi del professionismo. E che, in fondo, il collettivo costruito senza parsimonia in estate non è poi così affidabile come in tanti (troppi, quasi tutti) avevano pronosticato. La classifica, brutalmente, consegna una prospettiva grigia: il Brindisi è appena un passo oltre le quart’ultime, già sufficientemente lontano dal leader Gallipoli che perde a San Severo, ma che recupererà quei tre punti a tavolino, molto presto. E se, poi, si allenta la verve di gente come Molinari (cinque centri nella prima parte del torneo) o Croce, a cui sono legate gran parte delle speranze popolari, gli umori s’imbruniscono ancora. E ancora: patron Flora è inciampato in un problema di salute personale. E con la salute non si scherza. Se ne parlava da un po’, in città: e, in queste ore, è arrivata la conferma ufficiale. Il presidente deve farsi da parte: la comunicazione al sindaco Consales è da considerarsi un atto dovuto, di prassi. Ci sarebbe, però, una cordata pronta a rilevare le quote e, si dice, a rispettare il progetto di partenza. E si conosce persino il nome di quello che potrebbe diventare il nuovo numero uno del sodalizio di via Brin: Mino Distante, già principale finanziatore del Francavilla, fino a poche stagioni addietro. Di sicuro, intanto, l’avventura di Flora si conclude molto prima del previsto. O forse no, come puntualizzano i più maligni. Molto prima del responso finale, molto prima anche di dicembre, che è quel mese in cui si rischia qualche conto e si analizzano un po’ di cose, in cui si investono risorse nuove oppure si depotenzia la programmazione, liberando qualche big. Il passaggio di consegne societario, magari, sarà indolore: ed è l’augurio migliore per la città che tifa. Escamotage o no, il pallone brindisino sarebbe mentalmente preparato al concetto di ripartenza, come se nulla fosse accaduto. Con la consapevolezza di essersi fatto trovare pronto, al momento giusto. Non accadeva da anni: e ne prendiamo felicemente atto.