Non è affatto male la partenza del Barletta. Otto punti, nelle prime sei
uscite di campionato, significano che l’obiettivo dichiarato è, in tempi di
primissime analisi, rispettato. E che qualche margine di lievitazione esiste.
Manca evidentemente qualcosa, alla squadra di Sesia: quel graffio in più, quel
guizzo che sa scardinare certe gare. E, altrettanto evidentemente, è largo e
lungo il percorso che serve a colmare il gap
con le concorrenti più titolate. Ma il club, dice chi sa, persegue
esclusivamente un campionato tranquillo. Coltivando l’idea di piazzare le
fondamenta per un progetto ancora più degno, da disegnare nel prossimo futuro.
Ottobre e la prima metà di novembre, però, finiscono per abbassare le
quotazioni del gradimento popolare: l’involuzione è evidente, le difficoltà di
interpretazione delle singole gare e di penetrazione emergono più vistose. Le
sconfitte si accumulano, la classifica si blocca, il cuscinetto di protezione
dalla fascia meno abbiente si riduce drasticamente, la piazza s’indispettisce e
il tecnico Marco Sesia si ritrova davanti ad una realtà scomoda. Tanto che la
società si affanna a ribadire la propria fiducia all’allenatore, almeno in un
paio di occasioni. Il derby con il Martina, al dodicesimo chilometro, rischia
di diventare così una pietra miliare del cammino del Barletta: ma la squadra,
questa volta, è pronta, vivace. Cerca la profondità e la trova immediatamente,
costringendo l’avversario a subire per mezz’ora. Dentro la quale si avvicina
spesso al vantaggio, spreca una conclusione dagli undici metri e,
successivamente, passa a condurre lo score.
Le intuizioni sono più chiare, il ritmo c’è. E, quando è tempo di concedersi
una pausa, la formazione di Ciullo ne approfitta per pareggiare il conto. Ma
dura poco: il Barletta è più compatto, più equilibrato: le dinamiche del match,
nel frattempo, si sono un po’ modificate, eppure il divario d’intensità è
sufficiente per spiegare l’ennesimo imbarazzo difensivo del Martina e il
sigillo del nuovo vantaggio adriatico. Vince il Barletta, perché è sempre
dentro la partita, o quasi. E perde il Martina, assente per gran parte dei
novanta minuti. Tutto regolare, dunque. Per Sesia e i suoi, un rifornimento di ossigeno,
graditissimo. E, di contro, una raccomandazione a non rilassarsi: non tutti gli
avversari, cioè, dispongono di una retroguardia sciagurata come quella a
disposizione di Ciullo. I progressi vanno verificati: appena possibile.